Durante la primavera e l’inizio dell’estate, è comune imbattersi in piccoli di capriolo (Capreolus capreolus) apparentemente abbandonati nei prati, ai margini dei boschi o nei terreni agricoli. Questi cuccioli, chiamati cerbiatti nei primi mesi di vita, possono suscitare preoccupazione e il desiderio di aiutarli, ma è fondamentale non toccarli né avvicinarsi troppo.

Comportamento materno e strategia anti-predatoria

Tutti i cervidi adottano una strategia antipredatoria passiva per proteggere i piccoli nei primi giorni di vita. Dopo il parto, la madre mangia gli invogli fetali, asciuga il cucciolo e lo nutre, per poi allontanarsi, tornando solo dopo alcune ore per allattarlo nuovamente. Nel frattempo, il piccolo viene lasciato a terra nell'erba alta o nel sottobosco, in modo da ridurre al minimo il rischio di essere individuato da predatori, sia dal cielo che dal terreno.

Durante i primi giorni, infatti, il cucciolo è estremamente vulnerabile e rappresenterebbe una facile preda. Tuttavia, la sua biologia ha sviluppato tre efficaci modalità di difesa: l’assenza di odore corporeo, il mantello pomellato che garantisce una perfetta mimetizzazione e, soprattutto, un riflesso di immobilità che lo mantiene fermo e acciambellato sul posto.

Conseguenze del contatto umano

Trovare un cerbiatto e raccoglierlo, pensando che sia stato abbandonato, può avere conseguenze gravi. Il contatto umano trasferisce inevitabilmente il proprio odore sul piccolo, compromettendo il suo caratteristico “non odore” e spaventando la madre, che potrebbe abbandonarlo definitivamente, condannandolo a morte.

Inoltre, il cerbiatto raccolto rischia di morire per molte altre ragioni, tra cui uno squilibrio metabolico dovuto a un’alimentazione inadeguata. Questo può causare una tossinfezione alimentare, spesso accompagnata da una grave diarrea, mettendo ulteriormente a repentaglio la sua sopravvivenza.

Cosa fare se si trova un piccolo di capriolo

  • Osservare a distanza, senza toccarlo o avvicinarsi
  • Non somministrare cibo né acqua
  • Segnalare la presenza alle autorità competenti: Polizia Provinciale, Corpo Forestale, CRAS (Centri di Recupero Fauna Selvatica) o Servizio Veterinario pubblico
  • In caso di evidente pericolo (es. presenza di predatori, fuochi agricoli, lavori in corso), è possibile delimitare temporaneamente l’area, senza entrare in contatto diretto con l’animale.

I cerbiatti soli non sono quasi mai abbandonati. Intervenire senza competenze può mettere a rischio la loro sopravvivenza. Solo un medico veterinario esperto in fauna selvatica o un operatore autorizzato può valutare se, come e quando intervenire. La miglior cura, nella maggior parte dei casi, è non toccare e lasciare che la natura faccia il suo corso.