Nel campo della medicina veterinaria, il benessere animale è un concetto centrale e ampio, che va ben oltre la sola assenza di malattia. Si riferisce alla qualità della vita percepita dall’animale stesso, comprendendo aspetti fisici, psicologici ed etologici.
Un animale si può considerare in una condizione di benessere quando è sano, nutrito, idratato, libero dal dolore e capace di esprimere i propri comportamenti naturali. Questa visione si fonda sul riconosciuto principio delle Cinque Libertà, che guidano l’approccio clinico, etico e normativo alla gestione degli animali, sia domestici che selvatici.
Le Cinque Libertà del benessere animale
- Libertà dalla fame e dalla sete – Garantire accesso costante ad acqua pulita e a un’alimentazione bilanciata e idonea alle necessità nutrizionali.
- Libertà dal disagio ambientale – Offrire un ambiente appropriato, con riparo, area di riposo e microclima adeguato alla specie.
- Libertà dal dolore, da lesioni e da malattie – Prevenire patologie e intervenire con tempestività attraverso diagnosi e trattamenti veterinari.
- Libertà di esprimere comportamenti specie-specifici – Consentire interazioni sociali, movimento e stimolazione comportamentale in ambienti compatibili.
- Libertà dalla paura e dallo stress – Gestire gli animali con metodi che evitino sofferenza psicologica, coercizioni e pratiche traumatiche.
Il quadro normativo europeo
L’Unione Europea si distingue per l’elevato livello di attenzione normativa in materia di benessere animale. La Strategia UE per il benessere degli animali (2012–2020) ha consolidato una serie di obiettivi volti a migliorare la qualità della vita degli animali in allevamento, durante il trasporto e al momento della macellazione, prevedendo anche standard minimi di protezione e indicazioni specifiche per categorie animali particolari.
In questo contesto, il Ministero della Salute italiano ha adottato un Piano Nazionale per il Benessere Animale, che definisce:
- criteri uniformi di valutazione per gli allevamenti,
- un sistema di controlli annuali,
- un piano di formazione tecnica per veterinari e operatori,
- e un coordinamento funzionale tra le autorità sanitarie e gli enti territoriali.
Inoltre, l’UE prevede finanziamenti destinati a sostenere metodi di allevamento estensivo e sistemi che migliorino le condizioni di vita, promuovendo l’accesso degli animali ad ambienti naturali.
Il benessere nella fauna selvatica
Le normative europee non si fermano agli animali d’allevamento. La protezione si estende anche alla fauna selvatica, con misure che vietano metodi di cattura lesivi come tagliole o strumenti crudeli (Regolamento CE n. 3254/91) e che tutelano balene, delfini e oltre 500 specie di uccelli selvatici, attraverso direttive specifiche (“Direttiva Uccelli” e “Direttiva Habitat”).
Inoltre, attraverso i regolamenti applicativi della Convenzione CITES, l’Unione Europea limita il commercio di specie a rischio, garantendo che le attività antropiche non contribuiscano alla loro estinzione.