La gestione della fauna selvatica in Italia è regolata da un sistema normativo complesso e articolato, che coinvolge più livelli istituzionali e richiede un costante equilibrio tra tutela ambientale, esigenze territoriali e attività umane. Questo documento fornisce una panoramica delle competenze specifiche in materia di fauna selvatica, distinguendo i ruoli e le responsabilità attribuite allo Stato, alle Regioni e all’ISPRA, l’ente tecnico-scientifico di riferimento. Un quadro essenziale per comprendere le dinamiche operative, legislative e gestionali che regolano il settore.

Livello Statale

Nella fattispecie, la gestione della fauna selvatica in Italia è coordinata a livello centrale dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF), che opera attraverso un quadro normativo articolato. Le principali normative di riferimento includono:

  • L. 874/1975 – Ratifica ed esecuzione della Convenzione di Washington (CITES) sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione.
  • L. 157/1992 – Legge quadro sulla protezione della fauna selvatica omeoterma e sulla regolamentazione dell’attività venatoria.
  • L. 281/1991 – Normativa di riferimento per gli animali d’affezione e la prevenzione del randagismo.
  • L. 221/2015 – “Collegato ambientale”: introduce misure di green economy e aggiorna la L. 157/92.
  • L. 154/2016 – Misure per la semplificazione e competitività del settore agricolo, con aggiornamenti anche alla L. 157/92.

Il MIPAAF svolge le seguenti funzioni chiave:

  • Aggiornamento normativo continuo in materia faunistica;
  • Raccolta e valutazione di proposte operative provenienti da enti territoriali (Regioni e Comuni), in un’ottica di governance multilivello.

Livello Regionale

Dal 2016, le Regioni rivestono un ruolo centrale nella gestione della fauna selvatica, agendo attraverso propri organi e normative. Le principali competenze includono:

  • Emanazione di norme regionali in materia faunistica e venatoria;
  • Redazione e approvazione del Piano Faunistico Venatorio;
  • Gestione dei danni provocati dalla fauna selvatica;
  • Rapporti istituzionali con ISPRA e con gli enti locali;
  • Collaborazione con le ASL/ATS per il monitoraggio sanitario delle specie selvatiche;
  • Delega a enti subordinati per interventi specifici (es. recupero fauna);
  • Autorizzazione di allevamenti di fauna selvatica, suddivisi per tipologia.

La responsabilità regionale si articola attraverso:

  • L’Assessorato competente (agricoltura, turismo, caccia);
  • La vigilanza faunistico-venatoria, spesso esercitata tramite la ex Polizia Provinciale.

L’assessorato regionale ha inoltre competenza operativa su:

  • Pianificazione venatoria e gestione dei calendari di caccia;
  • Monitoraggio delle specie non cacciabili;
  • Autorizzazione di allevamenti faunistici;
  • Gestione delle emergenze sanitarie in collaborazione con i servizi veterinari;
  • Interventi in caso di danni, emergenze o necessità di recupero fauna.

ISPRA

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) è un ente pubblico di ricerca, sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’Ambiente. ISPRA ha il compito di:

  • Censire e monitorare il patrimonio faunistico nazionale;
  • Studiare lo stato e l’evoluzione delle specie e delle loro interazioni ambientali;
  • Elaborare progetti di miglioramento ecologico e faunistico del territorio;
  • Coordinare l’attività di inanellamento a fini scientifici sull’intero territorio nazionale;
  • Fornire pareri tecnico-scientifici a Stato, Regioni e Province autonome.

Ai sensi della L. 157/1992, le Regioni possono adottare modifiche ai calendari venatori e attuare piani di controllo della fauna selvatica solo previo parere vincolante di ISPRA (già Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica - INFS).