La cattura e successiva traslocazione di animali selvatici rappresenta una delle opzioni di gestione più concilianti e trasversali nei casi di conflitto tra uomo e fauna. È un metodo frequentemente approvato da tavoli tecnici con partecipazione eterogenea, in quanto riesce ad equilibrare le istanze delle associazioni per la protezione animale, orientate al benessere degli individui, con quelle delle amministrazioni pubbliche, spesso pressate dalla necessità di trovare soluzioni rapide ed efficaci.

A differenza di interventi più drastici, la cattura consente di «spostare» il problema, preservando nel contempo l'immagine pubblica dell’ente gestore e riducendo al minimo l’impatto sull’animale, a patto che venga effettuata nel rispetto delle norme veterinarie, sanitarie e di benessere animale.

Cattura: un intervento d’urgenza da non sottovalutare

Quando non rientra in piani di gestione già approvati e strutturati, la cattura è da considerarsi un intervento d’urgenza o in regime emergenziale. Questo comporta una serie di implicazioni complesse e interconnesse:

  • Coordinamento interistituzionale: la cattura implica la cooperazione tra diversi enti, tra cui Polizia Provinciale, ASL, veterinari pubblici, enti di gestione del territorio e, spesso, professionisti specializzati nella cattura mediante trappolaggio o telenarcosi.
  • Costi e responsabilità economiche: l’organizzazione dell’intervento richiede risorse economiche significative e la definizione chiara di chi debba sostenerne i costi (Comune, Regione, privati, ecc.).
  • Aspetti logistici e operativi: la cattura deve essere effettuata da personale autorizzato, con specifiche competenze in etologia e contenimento fisico o farmacologico, nel rispetto delle normative vigenti (es. D.Lgs. 26/2014).
  • Controllo del benessere animale: l’intero processo deve garantire che l’animale non subisca stress eccessivo, traumi o sofferenze evitabili. Il monitoraggio post-cattura è parte integrante dell’intervento.
  • Trasporto e rilascio: il trasporto deve avvenire secondo quanto stabilito dal Regolamento CE 1/2005 sul benessere animale durante il trasporto, valutando tempi, distanze e contenimento adeguato.
  • Vincoli sanitari: è necessario considerare l’attuale quadro epidemiologico (es. PSA, Peste Suina Africana, influenza aviaria, rabbia silvestre), la specie coinvolta e la zona di rilascio. Le ASL devono rilasciare nulla osta e certificazioni sanitarie.
  • Comunicazione con il pubblico: trattandosi spesso di eventi sotto osservazione mediatica e sociale, una gestione attenta della comunicazione risulta essenziale per prevenire conflitti e incomprensioni.

Infine, la cattura e traslocazione è una misura efficace, ma altamente complessa, che richiede preparazione, sensibilità, chiarezza procedurale e una forte collaborazione multidisciplinare. Sebbene possa sembrare la scelta più “umana”, è indispensabile non sottovalutarne le implicazioni tecniche, etiche e organizzative.